localizzazione: | Venezia |
committente: | Carlo Moretti |
progetto: | arch. Renzo Cattaneo |
direzione lavori | arch. Renzo Cattaneo |
categoria dell'opera e destinazione: | edilizia residenziale |
tipologia intervento: | ristrutturazione totale, arredamento su progetto |
anno: | 1991-1995 |
collaboratore: | Armando Cattaneo |
_______________________________________________________________________________________ Diego Valeri C’è qualcosa negli interni delle case veneziane che ci ricorda la città “di fuori”, come se il suo carattere vi penetrasse, lasciando un’impronta inconfondibile. E così alcuni luoghi della città - i campielli, le calli - assumono qualche volta il carattere degli spazi domestici - il soggiorno, i corridoi - e la vita che vi si svolge ne è quasi un prolungamento. Proprio qui di fronte, un tempo, il Fontego dei Tedeschi aveva le pareti esterne affrescate dal Giorgione con grandi nudi, come fossero state quelle interne di un salone. Casa Moretti, totalmente carente di preesistenze architettoniche e tipologiche rilevanti da diventare riferimento per la nuova organizzazione degli spazi, è stata pensata appunto come una serie di rimandi e assonanze formali con l’ambiente costruito veneziano. La continuità dello spazio non interrotto da pareti - le porte esistono solo per le camere da letto ed i servizi - può evocare la fluidità degli spazi urbani dell’ edilizia lagunare. Le minute articolazioni volumetriche dell’architettura “minore” sono richiamate dall’ andamento spezzato e compenetrato dalla lunga parete-libreria che attraversa tutta la casa. Il pavimento in legno, con i listoni disposti in modo da sottolineare i percorsi lungo i lati della casa, può ricordare l’ andamento segmentato di due “fondamente” che si fronteggiano, avvicinandosi e impercettibilmente distanziandosi lungo un canale, fino a congiungersi in un ponte. E proprio un ponte può evocare la scaletta che porta al piano superiore, ove da un’ampia terrazza la vista si espande su un mare di tetti da cui emergono cupole e campanili. Le uniche pareti, quelle del bagno e della cucina, sono tonde e basse per non interrompere la continuità spaziale e sono costruite in modo da ricordare la tecnica di assemblaggio del fasciame di grosse imbarcazioni lagunari. E poi ci sono i vetri di Carlo Moretti. Alcune sue lampade, ma non solo quelle, disposte entro la lunga parete-libreria, si accendono in modo continuamente variato, isolando o fondendo la propria luce e offrono prospettive mutevoli secondo il posto in cui ci si trova o la direzione secondo cui ci si sposta, un po’ come le continue variazioni del cielo, ad ogni ora ed in ogni stagione, consentono di vedere le case, i rii, le calli, sempre in modo nuovo, dando l’impressione di passare per la prima volta. |